Tutti i bambini attraversano un periodo in cui si sentono a disagio con persone che non conoscono bene e con estranei. L’ansia dell’estraneo, come viene spesso chiamata, di solito compare la prima volta fra uno e i due anni e scompare intorno ai due anni e mezzo. Può capitare tuttavia che la difficoltà a gestire situazioni sociali si protragga o si ripresenti più avanti nel tempo assumendo le caratteristiche di un vero e proprio disturbo

Cosa è la fobia sociale?

Il Disturbo d’Ansia Sociale o Fobia Sociale è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla paura intensa di trovarsi in una situazione sociale, soprattutto non conosciuta, o paura di eseguire prestazioni non all’altezza delle aspettative e da cui possa derivare un giudizio altrui negativo.

Le persone che soffrono di questo disagio psicologico temono costantemente di dire o fare cose inadeguate o imbarazzanti oppure di mostrare agli altri i segni della propria agitazione.

Il timore centrale è quello di essere giudicati ansiosi, deboli, impacciati, stupidi, sciocchi o inadeguati. Questo timore può essere tanto forte da produrre sensazioni di disagio molto intense che possono provocare veri e propri attacchi di panico.

Le temute situazioni sociali o prestazionali sono quindi evitate oppure sopportate con intensa ansia o disagio.

Quanto è diffusa la fobia sociale

L’ansia sociale colpisce tra l’8% e il 12% della popolazione adulta. E’ quindi un disturbo abbastanza comune che si manifesta sin dalla prima infanzia con le caratteristiche della timidezza.

Si presenta nella maggior parte dei casi tra i 13 e 24 anni, con un esordio comunemente prima dei 20 anni. L’età media di insorgenza è 15.5 anni ed è più frequente nel sesso femminile.

L’esordio è graduale e ad esso fa seguito un decorso tipicamente cronico e progressivamente invalidante

Come aiutare i bambini e i ragazzi con fobia sociale?

  • Non permettere ai bambini o ragazzi di fuggire dalle situazioni temute: per quanto evitare di affrontare ciò che si teme possa sembrare la strategia più efficace, questo porta, non solo ad aumentare l’ansia, ma anche ad impoverire la vita sociale dell’individuo;
  • Affrontare gradualmente le paure: obbligare i ragazzi ad affrontare situazioni troppo ansiogene senza gradualità rischia di essere controproducente oltre che estremamente doloroso
  • Favorire scambi sociali tra bambini e ragazzi: organizzare attività di collaborazione cercando di creare gruppi omogenei in cui siano presenti sia «amici stabili» che compagni con cui interagiscono solitamente con meno frequenza;
  • Aumentare la sicurezza in sé dei ragazzi anche in altri ambiti oltre a quello sociale: Evidenziare le capacità individuali in diversi contesti (es: artistico, sportivo, creativo, scolastico ecc..) può aiutare i ragazzi a sentirsi più sicuri di sé e ad affrontare anche le situazioni sociali più difficili;
  • Assumere un atteggiamento non giudicante: per quanto le difficoltà dei ragazzi possano sembrare sciocche o frutto di uno scarso impegno o volontà, è importante ricordare che a nessuno piace provare ansia, pertanto la persona si trova in una situazione di disagio perché attualmente non ha gli strumenti per uscirne.