La Teoria della Mente (ToM) consiste nella capacità cognitiva di riuscire a rappresentare gli stati mentali propri e altrui, ovvero credenze, desideri ed emozioni per spiegare e prevedere la messa in atto dei comportamenti. Si tratta di una capacità cognitiva innata in ogni essere umano, il cui sviluppo è influenzato dal contesto culturale e dalle capacità intellettive dell’individuo.

Storia della Teoria della Mente

Premack e Woodruff (1978) per primi parlarono di Theory of Mind ovvero la capacità di comprendere uno stato mentale di un individuo partendo del comportamento manifesto. Essi osservarono per la prima volta questa abilità negli scimpanzé che erano in grado di prevedere il comportamento di un uomo in situazioni finalizzate a uno scopo. Quindi, la Teoria della Mente è una abilità evolutasi negli ominidi in risposta all’ambiente sociale e alle situazioni che si presentano.

Naturalmente, trattandosi di un’attitudine ogni individuo presenterà una Teoria della Mente più o meno sviluppata a seconda delle proprie risorse cognitive e delle capacità relazionali.  Inoltre, ognuno potrebbe essere in grado di avere una rappresentazione della mente dell’altro anche non avendo dati comportamentali, ma basandosi su una serie di percezioni sensoriali che consentono, di inferire un funzionamento cognitivo, quindi di avere ben presente come quella persona potrebbe comportarsi in alcune circostanze.

Evoluzione della Teoria della Mente

La Teoria della Mente si sviluppa in diverse fasi della vita di una persona. Secondo Tomasello (1999) la comprensione dei fenomeni mentali si manifesta intorno all’anno di vita del bambino, ovvero nel momento in cui la propria attenzione si dirige consapevolmente verso un’azione. Tale capacità si evidenzia attraverso l’imitazione del comportamento dell’adulto, riproducendone un meccanismo simile a quello osservato ma con delle aggiunte proprie.

Si possono individuare alcune tappe fondamentali:

  • A 12-13 mesi dalla nascita il bambino è in grado di riconoscere e distinguere le espressioni del volto e il loro significato emotivo;
  • A 2-3 anni è in grado di comprendere gli stati mentali come desideri, emozioni, intenzioni e i giochi di finzione in cui si simula il funzionamento di qualche oggetto (per esempio imitare con due dita un telefono o una pistola);
  • Intorno ai 4 anni di età, si manifesta a pieno la Teoria della Mente e con essa la capacità di prevedere il comportamento proprio e altrui.

Teoria della mente e attaccamento

Lo sviluppo della Teoria della Mente è strettamente connesso con lo stile di attaccamento che si crea tra il bambino e la persona che si prende cura di lui. Una relazione di attaccamento sicuro permette di esplorare e di rappresentare adeguatamente la mente della madre e di conseguenza consente di capire e interpretare adeguatamente gli stati mentali altrui. In caso contrario, se il bambino sviluppa un attaccamento di tipo insicuro si potrebbe verificare un deficit in termini di Teoria della Mente che potrebbe manifestarsi anche attraverso una sofferenza psichica.

Psicopatologia e Teoria della Mente

Deficit della Teoria della Mente possono dare luogo a disturbi più o meno gravi a seconda dell’entità del deficit. Uno o dei primi effetti riguarda i rapporti interpersonali.

L’incapacità di riuscire a rappresentare correttamente gli stati mentali altrui può condurre a comportamenti problematici come il ritiro sociale (fobia sociale) o, al contrario, l’aggressività (bullismo). La ToM è collegata anche alla regolazione emotiva in quanto per poter gestire le proprie emozioni bisogna innanzitutto saperle riconoscere, comprenderne le cause, coordinarle alle credenze ed utilizzare le emozioni dell’altro per regolare il proprio comportamento. Nei casi più gravi vi è un difetto cognitivo presente sin dalla nascita che impedisce la costruzione di una Teoria della Mente nel bambino. Ne consegue un deficit specifico nella comprensione delle credenze e nei pensieri propri e altrui come cause psicologiche dei comportamenti: è il caso dei Disturbi dello Spettro Autistico.

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