Il costrutto di procrastinazione fa riferimento alla tendenza a rinviare i propri impegni, ovvero al temporeggiare non giustificato da condizioni oggettive. Il procrastinare è sintomatico di un limitato autocontrollo che conduce a non rispettare le scadenze nei tempi stabiliti (Steel, 2007). La tendenza dell’individuo a procrastinare è ovviamente connessa a quelle situazioni in cui viene richiesta una prestazione, per questo si osserva nei contesti lavorativi e negli studenti universitari, che frequentemente rinviano la data in cui sostenere gli esami di profitto (Prem e al., 2018).  Come si può immaginare, la tendenza a rimandare è connessa a diversi fattori.

Tipi di procrastinazione

Si possono individuare due principali categorie di procrastinazione: uno definito Rilassato e l’altro Preoccupato.

  • Il procrastinatore rilassato è colui che evita le attività o incombenze ritenute noiose, routinarie. Intraprende molte attività con entusiasmo, ma venuto meno il fascino della novità tende a stancarsi e a mollare.
  • Il procrastinatore preoccupato è invece colui che tende ad avere scarsa fiducia nelle proprie capacità, ha difficoltà a gestire lo stress ed è spesso tormentato da una serie di paure e idee irrazionali che non gli consentono di agire.

Appare evidente come la procrastinazione sia un fenomeno psicologico che chiama in gioco un complesso di specifiche emozioni, come ad esempio l’ansia, e credenze legate alla bassa tolleranza della frustrazione, alle proprie capacità e al valore personale.

Cause di procrastinazione

Tra le maggiori cause della procrastinazione troviamo alcune caratteristiche cognitive ed emotive:

  • Pigrizia
  • Disinteresse per la specifica attività
  • Perfezionismo: la persona non si sente in grado di affrontare un compito o un problema se non riesce a farlo in maniera perfetta. Non si sente mai abbastanza pronta o sufficientemente sicura delle proprie capacità, conoscenze o competenze. La strada che conduce il perfezionista alla procrastinazione parte dalla tendenza a standard elevati. Se ad essi si accompagnano però garanzie di successo insufficienti, dal momento che ottenere meno della perfezione non è un’opzione considerata, il perfezionista sperimenta un senso di forte disagio a cui reagisce col tentativo di nascondere a sé stesso le proprie imperfezioni. In un attimo si ritrova ad affrontare attività giudicate meno pericolose perché non coinvolte nella determinazione del proprio valore e il compito tanto temuto viene rimandato.
  • Paura dell’insuccesso: molti rimandano all’infinito le cose che vorrebbero fare per paura di fallire. Questa paura può a volte essere talmente forte da bloccare qualsiasi tipo di iniziativa basando tale comportamento sulla convinzione che si otterrà sicuramente un fallimento e per il senso di colpa oppure può avere il timore che gli altri poi si aspettino sempre delle prestazioni di successo da lei e quindi vive queste aspettative con forte ansia e stress.
  • Paura delle conseguenze
  • Paura della responsabilità
  • Ribellione
  • Rabbia: spesso si tratta di una risposta alle pressioni e aspettative altrui vissute come intollerabili. Se non riconosciuta può diventare un problema serio, che potrebbe invadere diversi ambiti della vita.

Una rapida osservazione delle più probabili cause di procrastinazione, fa emergere come le emozioni principalmente connesse alla tendenza a rimandare, sono l’ansia e la paura. Che si tratti di cercare un nuovo lavoro, conoscere persone nuove, o avviare delle attività importanti, quando si è spaventati si troveranno sempre decine di scuse plausibili per rimandare ciò che si vorrebbe o si dovrebbe fare. La procrastinazione dettata dalla paura porta le persone ad immobilizzarsi, bloccarsi e ad essere incapaci di reagire.

Tuttavia è importante tenere presente che rimandare una decisione è a sua volta una decisione che, in quanto tale, comporta conseguenze, cambiamenti e responsabilità. Che lo si voglia o meno, procrastinare significa compiere una scelta.

Credenze relative alla procrastinazione

Quanto detto sin qui rende chiaro come il meccanismo della procrastinazione sia tutt’altro che semplice. Un compito prioritario importante attiva la percezione di fatica e stress, ma anche la paura di fallire, e così il livello di tensione sale. D’altronde scegliere di non occuparsi di una priorità non toglie l’individuo dalla paura di fallire e la carica, anzi, di un senso di colpa per non aver compiuto il proprio dovere. In questo turbamento emotivo entra la procrastinazione. Il pensiero ‘me ne posso occupare anche domani‘ aleggia nella mente come una porta socchiusa verso la via di fuga da questo assedio cognitivo.

Il pensiero permissivo che governa la procrastinazione assume una forma duplice di controllo e di evitamento cognitivo, così “tra la colpa di non farlo e lo stress di farlo trova un accordo tra le parti nello stabilire che lo farò domani”.

Bibliografia:

  • Knaus, B. (2010). Break a Perfectionism and Procrastination Connection Now. Learn to overcome perfectionism and procrastination simultaneously. Science and Sensibility. Psychology Today.
  • Gustavson, D., Miyake, A., Hewitt, J., & Friedman, N. (2015). Understanding the Cognitive and Genetic Underpinnings of Procrastination: Evidence for Shared Genetic Influences With Goal Management and Executive Function Abilities. Journal of Experimental Psychology: General DOI: 10.1037/xge0000110.
  • Prem, R., Scheel, T.E., Weigelt, O., Hoffmann, K., Korunka, C. (2018). Procrastination in Daily Working Life: A Diary Study on Within-Person Processes That Link Work Characteristics to Workplace Procrastination.Front. Psychol., 9: 1087.
  • Steel, P. (2007). The nature of procrastination: a meta-analytic and theoretical review of quintessential self-regulatory failure. Psychol. Bull., 133, 65–94.
  • https://www.stateofmind.it/tag/procrastinazione/